21esimo viaggio ai Confini siriani.
Dal 31 marzo al 5 aprile 2018.
Una considerazione: questa è stata la sesta Pasqua consecutiva che ho passato con persone che a causa della guerra hanno perso tutto. Ma è mai possibile che i potenti non abbiano ancora deciso come spartirsi questo angolo di mondo? Ma non si sono ancora stancati di giocare a questo macabro Risiko? Possibile che continuino indifferenti ad uccidere, a distruggere, a stroncare sogni senza avere rimorsi?
Possibile che gli sporchi interessi economici debbano ancora calpestare la vita dei poveri e dei bambini?
Noi cerchiamo di ridare speranza, di far rinascere un sorriso, consapevoli che quel che facciamo, davanti all’enormità del dramma siriano è poco ma siamo certi che è giusto farlo.
31 Marzo
Che emozione entrare nella nuova sede della Plaster School! Che gioia ritrovare tanti bimbi e conoscerne di nuovi. Quante storie e quanto dolore dietro quei visi. Eppure sorridono, giocano a volte litigano ma soprattutto si aiutano, hanno voglia di imparare e dimostrano un rispetto ed una educazione incredibile. Hanno trovato un’isola serena dove poter vantare il loro diritto di essere bambini nonostante l’inferno che hanno passato e,
ahimè, che alcuni stanno ancora vivendo.
La struttura è bellissima ed è situata in una zona non lontana dal centro pur essendo molto tranquilla. Una costruzione indipendente su due piani circondata da una piccola fascia di terreno che si sta trasformando in orto didattico e giardino fiorito con alberi di ulivo, una pergola d’uva e piante di agrumi. I colori pastello, la pulizia molto curata e soprattutto il calore, la disponibilità e l’inventiva dei giovani insegnanti fanno la differenza e permettono di ottenere risultati importanti. Spesso la didattica è alternativa, la matematica coi piccoli è un gioco e le regole della lingua araba si possono imparare anche coi piedi toccando, appunto coi piedi, la parola giusta, ripetendo a voce alta la parola. I piccoli tracciano, le prime lettere dell’alfabeto o le prime parole col dito lasciando una traccia nel sale contenuto in un largo vassoio, l’anatomia si impara costruendo uno scheletro coi cotton fiocc…
Poi ci sono le storie che ti colpiscono allo stomaco con la forza di pugni. Aisha ha ritrovato qui il sorriso dopo essere stata costretta su una sedia a rotelle per colpa di una scheggia di una bomba che l’ha resa invalida per sempre, Yaha, scioccato dalla guerra è arrivato chiuso a riccio, assolutamente isolato e a volte, ci raccontano gli insegnanti, senza ragione apparente, si metteva ad urlare quasi stesse vedendo e vivendo un personale film dell’orrore. Ora sta con gli altri e durante un gioco l’ho visto sorridere. Poi ci sono le storie che non vorresti sentire. Tre fratelli hanno perso la mamma, il padre ha sposato una donna giovane che sistematicamente picchia i tre bambini. È comprensibile che la sera non vogliono lasciare la Plaster School!
1 Aprile Pasqua
Oggi i bambini sono venuti a scuola per giocare e disegnare. In questo giorno di festa abbiamo voluto ricordare Carluccia, la mia mamma che da tre anni ci guarda da lassù. Ho raccontato, a bambini attentissimi, quanto teneva all’istruzione avendo dovuto, per colpa dell’epilessia, lasciare la scuola prestissimo. Siamo andati ad acquistare una maglietta rossa per le bimbe è una nera per i maschietti. Semplici giochi hanno visto la partecipazione di tutti e le due squadre hanno sostenuto con calore ogni partecipante e il tifo ha raggiunto il massimo quando, a coppie, abbiamo partecipato anche noi e le maestre/i.
Abbiamo consegnato ai bimbi gli allegri zainetti che LDFAI, un’associazione di sarte italiane hanno preparato con un messaggio importante ricamato in arabo “Studio, sono felice”. Oggi l’hanno riempito con un litro di latte, un grosso pollo e due piccole uova di cioccolato. Un sostegno, sempre diverso, che settimanalmente i bambini portano alle proprie famiglie.
Acquisto di oltre 2tonnellate di generi alimentari che saranno distribuiti in 120 cartoni da destinare alle famiglie degli studenti a famiglie di feriti di guerra e a quelle che vivono in paesini a ridosso del confine.
Lunedì 2 Aprile
Distribuzioni e ancora distribuzioni. La consapevolezza di fare poco con questi aiuti dati a intervalli così lunghi ci ha fatto ragionare e prendere una decisione. Troveremo una decina o poco più di famiglie da seguire in maniera costante durante tutto l’anno. Luay, il nostro referente è perfettamente d’accordo. Non vogliamo assisterle in maniera totale, servirebbe solo a farle demordere dalla lotta per il miglioramento del loro futuro. L’intento è quello di dare loro un po’ di respiro per cercare una soluzione senza dover obbligatoriamente pensare a cosa mettere in tavola ogni giorno. L’idea è quella di consegnare generi di prima necessità due volte al mese, cibo e prodotti per l’igiene, venendo incontro alle necessità straordinarie che si possono presentare, quali fornire latte ad una mamma che non riesce ad allattare o materiale scolastico ai bambini.
Questo progetto partirà solo col permesso delle autorità e dopo aver fatto un censimento accurato e conosciute le reali necessità di ogni famiglia. Abbiamo identificato un piccolo villaggio dove sopravvivono in condizioni davvero al limite una decina di famiglie siriane e alcune famiglie turche, se tutto andrà bene diventerà una sorta di Insieme si può fare Village, un luogo, ci auguriamo per loro, da lasciare al più presto per una sistemazione migliore.
Oggi abbiamo ricevuto le fotografie dall’interno della Siria che testimoniano un piccolo miracolo. Nella scorsa settimana abbiamo accolto trenta famiglie presso la nostra scuola Speranza nella provincia di Idlib. Provenivano dal Ghouta ed erano l’avanscoperta di migliaia di sfollati, costretti da quattro anni d’assedio e continui bombardamenti, a scappare. La preside e le insegnanti della scuola ci hanno chiesto se eravamo disposti ad affrontare i costi per un pranzo per oltre un migliaio di questi sfortunati. Accertata la loro capacità a gestire la cosa abbiamo accettato. Oggi ci sono arrivate le foto e i filmati di questo pranzo di benvenuto che sono riusciti ad organizzare.
Visita alla Plaster House, una struttura che aiutiamo economicamente e che si occupa della rieducazione di feriti, amputati e scioccati di guerra.
Martedì 3 Aprile
Sorvolando su un contrattempo avuto con la Gendarmeria turca, dovuta ad un malinteso e risolto dopo alcune ore di tensione, bellissima giornata passata coi bimbi della Plaster School.
Oggi abbiamo festeggiato con una fetta di torta il compleanno di Anna Foglietta, la presidente di Everychild Child si my Child, l’associazione italiana nata dalla volontà di attrici, attori, cantanti e uomini di spettacolo solidali, che finanzia questo progetto.
Seguendo una ricetta totalmente naturale abbiamo preparato il Didò e illustrato alle maestre come realizzare, con le carta velina colorata portata dall’Italia, simpatiche vetrate artistiche così anche questi due “ingredienti” entreranno nel menu formativo degli studenti.
In serata visita a diverse famiglie di feriti. Disperazione nascosta dietro una dignità incredibile e storie che colpiscono come macigni e che fanno diventare irrisori i nostri problemi. Abbiamo chiesto loro quale fosse la loro necessità prioritaria e tutti ci hanno chiesto di aiutarli a pagare l’affitto per potersi concentrare sulla guarigione e sulla ricerca di un modo per sopperire ai bisogni delle loro famiglie. Questa la storia di Bud, nome di fantasia ma che si addice a questo personaggio. Durante un combattimento è stato ferito da ben sei proiettili che hanno colpito polmoni, fegato, stomaco e trapassato l’anca. Dato per morto è riuscito a emergere dal coma dopo mesi e tornare ad una vita quasi normale…per essere colpito da una scheggia alla colonna vertebrale! L’abbraccio da orso che mi ha dato quando gli abbiamo comunicato la nostra disponibilità ad aiutarlo lo ricorderò per sempre.
Mercoledì 4 Aprile
In Italia abbiamo ricevuto una donazione da due nonni giovani dentro che, in occasione del loro 60esimo di nozze, hanno pensato ai “nipotini” siriani. Così oggi abbiamo consegnato in una piccola scuola di un villaggio tantissimo materiale scolastico, latte e pannolini ad una mamma di una bimba talassemica. Per esaudire il desiderio di Flavia, presidente di una Onlus con la quale collaboriamo, che desiderava una pietra raccolta ai confini siriani ci siamo spinti quanto più possibile vicino al terribile muro che è stato eretto come confine. Una voce stentorea proveniente da un altoparlante ci ha raggelato. Due le opzioni il comando “Alt o sparo” era indirizzato a noi perché ci stavamo avvicinando troppo al confine oppure a qualche siriano dall’altra parte che forse cercava una via di fuga. Di sicuro non sono stati momenti belli.
Il resto della giornata l’abbiamo passato coi bambini della Plaster School ed a controllare i progetti in corso e da realizzare prossimamente.
Capire quanto sia importante il percorso educativo che stanno percorrendo questi bambini, apprezzare l’impegno e l’amore degli insegnanti è una soddisfazione enorme. I loro sorrisi sono la testimonianza più bella di un benessere finalmente ritrovato.
Giovedì 5 Aprile
Sveglia antelucana e rientro in Italia. Ci vorrà del tempo per smaltire le emozioni provate di sicuro il desiderio di continuare su questa strada, tracciata per caso cinque anni fa è uscita rafforzata.
Un ringraziamento a tutti i sostenitori dei nostri Progetti a coloro che credono nel nostro modo semplice e diretto di portare un aiuto neutrale alle vittime di questa lunghissima è terribile guerra.
Un ringraziamento particolare alla Dottoressa Noura Warrak per il suo preziosissimo aiuto in questo e in tanti altri viaggi.
che non riesce ad allattare o materiale scolastico ai bambini.
Questo progetto partirà solo col permesso delle autorità e dopo aver fatto un censimento accurato e conosciute le reali necessità di ogni famiglia. Abbiamo identificato un piccolo villaggio dove sopravvivono in condizioni davvero al limite una decina di famiglie siriane e alcune famiglie turche, se tutto andrà bene diventerà una sorta di Insieme si può fare Village, un luogo, ci auguriamo per loro, da lasciare al più presto per una sistemazione migliore.
Oggi abbiamo ricevuto le fotografie dall’interno della Siria che testimoniano un piccolo miracolo. Nella scorsa settimana abbiamo accolto trenta famiglie presso la nostra scuola Speranza nella provincia di Idlib. Provenivano dal Ghouta ed erano l’avanscoperta di migliaia di sfollati, costretti da quattro anni d’assedio e continui bombardamenti, a scappare. La preside e le insegnanti della scuola ci hanno chiesto se eravamo disposti ad affrontare i costi per un pranzo per oltre un migliaio di questi sfortunati. Accertata la loro capacità a gestire la cosa abbiamo accettato. Oggi ci sono arrivate le foto e i filmati di questo pranzo di benvenuto che sono riusciti ad organizzare.
Visita alla Plaster House, una struttura che aiutiamo economicamente e che si occupa della rieducazione di feriti, amputati e scioccati di guerra.