Siria arriva un nuovo inverno

2020/2021: UN ALTRO DURISSIMO INVERNO IN SIRIA
Per fare il quadro della sempre più drammatica situazione dei siriani rimasti nel loro Paese,
nei campi per sfollati o nelle città e nelle campagne, sintetizziamo qui l’articolo di Francesco
Pistocchini, dal tabloid L’Eco di Terrasanta, nov/dic 2020. Con dati aggiornati, ci parla del vissuto
reale della gente, soprattutto di alcune comunità cristiane (maroniti, siriaco-cattolici, ortodossi) ma rispecchia naturalmente anche le condizioni della popolazione musulmana.

LA FAME
Secondo le ultime stime Onu 1/3 dei siriani ha gravi carenze alimentari e 4 su 5 sono sotto la
soglia di povertà. La morsa è aggravata dall’epidemia di Covid-19 (seppur contenuta) e dalla crisi
economica mondiale, in particolare del vicino Libano. Anche dove non si combatte più le
condizioni di vita sono inaccettabili. La lira siriana ha perso ¾ del suo valore rispetto al dollaro:
praticamente è carta straccia. Le sanzioni imposte dalla UE alla Siria dal 2011 gravano sulla
popolazione più che sul regime politico. Manca infatti di tutto, dal carburante al pane e donne e
uomini, dall’alba, si mettono in fila per procurarsi un po’ di cibo.

UN PAESE INVASO
Il Governo di Damasco ha ripreso il controllo di gran parte del Paese con i suoi temibili alleati russi, iraniani e gli Hezbollah libanesi. Ma l’elenco degli stranieri bellicosi in territorio siriano non finisce qui: ci sono turchi, israeliani e americani (rimasti per il petrolio). Mentre nell’area di Idlib la guerra è ancora in atto per l’occupazione jihadista.

IL FUTURO NEGATO
Aleppo, ad esempio, non è più sotto le bombe da 4 anni, ma le sanzioni e l’insicurezza generale non
permettono la ricostruzione. Metà degli ospedali del Paese è inutilizzabile e il personale medico per
la maggior parte è emigrato. I giovani vorrebbero tutti andarsene, com’è comprensibile. Nove anni
di guerra e non è ancora finita.