Autore: Lorenzo Locati

Emergenza freddo in tenda

Progetto “Emergenza freddo in tenda”

Siria, decimo inverno dall’inizio della guerra.

Anche se ridotta per fortuna a poche zone la guerra continua in Siria, ma non è questo il problema più importante. L’immobilismo politico internazionale, le sanzioni, la svalutazione inarrestabile della lira siriana stanno facendo pagare a tutta la popolazione rimasta un prezzo impossibile da sostenere.

Ad Aleppo i viveri scarseggiano o hanno prezzi troppo alti per le persone comuni, nei piccoli Campi di famiglie sfollate che sopravvivono in tenda il freddo fa realmente paura.

Per questo ci stiamo muovendo con l’Associazione ManidiPace per garantire alle famiglie del Peace and Cooperation Camp la legna indispensabile per scaldare le tende e sopravvivere all’inverno.

Puoi aiutarci acquistando un quintale di legna a € 13 e facendo un bonifico su uno dei conti delle nostre Associazioni mettendo nella causale Emergenza freddo in tenda.

Insieme si può fare Onlus    IBAN IT20L0521620401000000104905

Associazione ManidiPace     IBAN IT34J0521622902000000004485

Siria arriva un nuovo inverno

2020/2021: UN ALTRO DURISSIMO INVERNO IN SIRIA
Per fare il quadro della sempre più drammatica situazione dei siriani rimasti nel loro Paese,
nei campi per sfollati o nelle città e nelle campagne, sintetizziamo qui l’articolo di Francesco
Pistocchini, dal tabloid L’Eco di Terrasanta, nov/dic 2020. Con dati aggiornati, ci parla del vissuto
reale della gente, soprattutto di alcune comunità cristiane (maroniti, siriaco-cattolici, ortodossi) ma rispecchia naturalmente anche le condizioni della popolazione musulmana.

LA FAME
Secondo le ultime stime Onu 1/3 dei siriani ha gravi carenze alimentari e 4 su 5 sono sotto la
soglia di povertà. La morsa è aggravata dall’epidemia di Covid-19 (seppur contenuta) e dalla crisi
economica mondiale, in particolare del vicino Libano. Anche dove non si combatte più le
condizioni di vita sono inaccettabili. La lira siriana ha perso ¾ del suo valore rispetto al dollaro:
praticamente è carta straccia. Le sanzioni imposte dalla UE alla Siria dal 2011 gravano sulla
popolazione più che sul regime politico. Manca infatti di tutto, dal carburante al pane e donne e
uomini, dall’alba, si mettono in fila per procurarsi un po’ di cibo.

UN PAESE INVASO
Il Governo di Damasco ha ripreso il controllo di gran parte del Paese con i suoi temibili alleati russi, iraniani e gli Hezbollah libanesi. Ma l’elenco degli stranieri bellicosi in territorio siriano non finisce qui: ci sono turchi, israeliani e americani (rimasti per il petrolio). Mentre nell’area di Idlib la guerra è ancora in atto per l’occupazione jihadista.

IL FUTURO NEGATO
Aleppo, ad esempio, non è più sotto le bombe da 4 anni, ma le sanzioni e l’insicurezza generale non
permettono la ricostruzione. Metà degli ospedali del Paese è inutilizzabile e il personale medico per
la maggior parte è emigrato. I giovani vorrebbero tutti andarsene, com’è comprensibile. Nove anni
di guerra e non è ancora finita.